Scelte di edilizia scolastica e la schizofrenia dell'amministrazione

Cittadinanza attiva

Il comunicato del gruppo consiliare “Per Una Cittadinanza Attiva – Bagno a Ripoli”

Di scuole, a Bagno a Ripoli, si parla sempre molto. Se ne è parlato anche due settimana fa, in un convegno organizzato per proiettare un documentario, risultato di un lungo lavoro di INDIRE (l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa) sull’Istituto Comprensivo “T. Mattei” e su come gli ambienti scolastici permettano l’attuazione di progetti di didattica innovativa.

Quando è stato pensato e costruito, nel 1974, l’edificio di Rimaggio, infatti, rispondeva ad esigenze ben precise e le insegnanti, che vi hanno lavorato fino alla pensione, hanno ringraziato il progettista, l’arch. Pizziolo, perché ha fatto sì che le loro proposte educative trovassero lì i giusti spazi.
In quel convegno si è parlato anche dell’ampliamento di Padule, che raddoppierà la scuola ed i ragazzi ospitati e che, nella disposizione delle aule, cerca di avere quelle accortezze funzionali alla didattica sperimentale, che vi si realizza.
Infine, sono stati illustrati gli interventi sulla scuola “Granacci”, che ha optato per il progetto “Classi senza aule” da un paio di anni.

Meritano un elogio quei docenti e dirigenti scolastici, che, negli anni, hanno saputo coraggiosamente fare scelte alternative alla didattica tradizionale (la mensa in classe, la continuità nel biennio 5-6 anni, la scuola senza zaino, etc…) e, a prima vista, sembra che l’Amministrazione comunale abbia saputo sostenere questi progetti, facendo scelte di edilizia scolastica mirate.
Eppure, se si ha la capacità e la voglia di guardare oltre la superficie, non si può far a meno di domandarci quale sia realmente la visione, di lungo periodo, sulle scuole, visto che all’ampliamento di Padule dovrebbero essere sottese altre scelte: chiuderà la scuola Croce a Varliano? E Rimaggio, come e cosa dovrebbe diventare? Proprio il plesso di Croce a Varliano sembrava il convitato di pietra a quell’incontro: mai neppure menzionato, quando è una scuola identitaria per quella comunità, che ha contribuito fattivamente ad edificarla.

Se, poi, si passa all’Istituto Comprensivo “A. Caponnetto”, la situazione è ancora più caotica.
Le ristrutturazioni degli edifici scolastici a Balatro o all’Antella erano necessarie e non rispondono certo a criteri di supporto alla didattica, su richiesta della scuola.
Vogliamo parlare del futuro della “Marconi” a Grassina o del plesso in Via di Tegolaia? Perché, nell’estate del 2018, il Sindaco aveva parlato di lavori antisismici anche su quell’edificio (e c’è un progetto di fattibilità tecnico-economica) e ora sembrano essere spariti dall’orizzonte. La volontà dell’Amministrazione, poi, di spostare tutte le classi alla “Marconi” terrebbe conto delle esigenze didattiche per le classi prime?

Ma la vera “spina nel fianco” di questi due mandati del Sindaco è l’edificio della “Redi”: nel 2018 si impone – legittimamente – la sicurezza sismica, senza andare incontro alle ripetute richieste di un Auditorium, di cui c’era necessità. Poi, ragazzi, personale e docenti vengono stremati da 18 mesi di lavori e coabitazione con il cantiere. Infine, ora si scopre che verranno lasciati un anno e mezzo (fino alla primavera del 2021) in questa condizione; poi si procederà ad un ampliamento, con un nuovo blocco, comprensivo non solo dell’Auditorium, ma anche di nuovi laboratori, spazi per la segreteria, etc..
Peccato che, in sostanza, sarà, per un certo periodo, solo un nuovo container per i ragazzi, perché ci saranno le classi durante i lavori di miglioramento sismico dell’ala ovest.
La sensazione – è quanto abbiamo detto nella replica sulla nostra interrogazione allo scorso Consiglio comunale - è che, per coprire tutti i disagi e gli errori avuti sin qui, come al gioco d’azzardo, si voglia rilanciare puntando ancora più in alto.
Ma siamo sicuri di avere tutti i soldi per realizzare quanto annunciato? Perché gli 800 mila euro di mutuo, che erano stati messi nel bilancio di previsione 2020-2022, non saranno più sufficienti e deve essere attentamente valutata la sostenibilità finanziaria dell’intervento: infatti, anche la Corte dei Conti ha evidenziato delle criticità sul ricorso all’indebitamento, che i Comuni sono tenuti a rispettare. Certo, con i soldi della Fiorentina si può far molto, ma c’è già chi ha chiesto di provvedere alla palestra per la scuola di Padule, che continuerà ad esserne sprovvista, nonostante l’ampliamento.
I conti, comunque, si fanno sempre alla fine: e la “Redi”, se e quando sarà ultimata, quanto ci sarà costata?

Se guardiamo agli asili nido, poi, veniamo a scoprire che, nelle nuove previsioni urbanistiche, ne verrà realizzato uno nuovo dietro al Liceo “Gobetti-Volta”, destinato a sostituire l’Arabam di Osteria Nuova: allora, l’edificio di Osteria che destino avrà?

Manca, a nostro giudizio, una visione coerente e lungimirante in materia di pianificazione degli interventi sulle scuole: si cerca di focalizzare l’attenzione là dove conviene, perché certo il sostegno alle innovazioni didattiche è motivo di vanto, mentre si tenta di minimizzare negligenze e valutazioni superficiali e di non parlar chiaro della sorte degli edifici dismessi. Quando si investe per ristrutturare o costruire nuovi spazi scolastici, occorre serietà e lungimiranza: perché saturare lo spazio attorno al “Gobetti-Volta”, senza pensare che, nei prossimi 10 anni, potrebbe aver bisogno di nuove strutture?
E non bastano efficientamento energetico e scelta dei materiali per dare sostanza all’importanza educativa degli spazi a disposizione dei ragazzi: la credibilità delle proposte si misura sulla qualità di ciò che verrà realizzato, se in grado di seguire i bisogni della scuola, di sospingerla verso dei traguardi anziché rallentarne la crescita. Questo vale per tutte le scuole del territorio, ma per la “Redi” ora più che mai.

Sonia Redini - Consigliere comunale “Per Una Cittadinanza Attiva – Bagno a Ripoli”

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Bagno a Ripoli, 4 marzo 2020