Rifiuti: la confusione resta

Nel Consiglio comunale di lunedì scorso, abbiamo presentato un’interrogazione sui disservizi nella raccolta porta a porta.

Ciò che abbiamo domandato, con l’interrogazione, in sostanza era: ma chi controlla quello che fa Alia? C’è oppure no un elenco di tutte le segnalazioni dei disservizi, comprese anche quelle del call center di Alia e quelle denunciate sui social network? Perché solo se si ha contezza di quante e quali sono le criticità, si può capirne le ragioni e intervenire per risolverle.
Detto altrimenti, ci va bene che siano gli utenti, nei gruppi pubblici su FB, a taggare l’assessore e lui, a sua volta, solleciti Alia, dopo ogni disservizio? Non esiste un protocollo di controlli, da seguire senza aspettare le telefonate dei cittadini o degli assessori?

Il caso nasce dalle tante segnalazioni dei cittadini che, nelle giornate attorno a Ferragosto, non avevano capito, causa una non chiara comunicazione anche da parte del Comune, se e quando Alia ritirava i vari rifiuti.
Ma non si trattava di un episodio isolato (magari!): errori di ritiro, strade o numeri civici saltati, sia nel porta a porta sia per i bidoncini, ce ne sono stati diversi, per non parlare dei cassonetti stradali, ancora presenti sul territorio comunale, che diventano delle vere e proprie discariche.
Inoltre, ci sono state lamentele per i rumori dei mezzi e degli operatori che, durante i ritiri in orario notturno, sbattono con forza gli sportelli, ripartono in velocità o lasciano le portiere aperte con il segnale acustico in azione.

Possono sembrare disagi minimi, ma sono la cartina di tornasole di un servizio pubblico importante: una raccolta rifiuti efficiente permette un loro riciclo o smaltimento efficace e questo E’ il punto nodale, per le scelte di chiusura del ciclo dei rifiuti, per le politiche di green economy verso la quale dobbiamo iniziare a muoverci, etc…

Per svolgere questo servizio Alia s.p.a. ha vinto un bando, con una convenzione ventennale, per un appalto che, ai cittadini di Bagno a Ripoli costa circa 5 milioni di euro all’anno.
Allora è necessario, è doveroso che il servizio sia di qualità.
Lo è ancora di più se si pensa che nel 2020, come specificato nella delibera approvata a luglio scorso, è attesa l’estensione del porta a porta (siamo curiosi di vedere con quali tempi e modalità, visto che lo chiediamo da anni a questa Amministrazione) a tutto il Comune, Ponte a Ema compresa, il luogo in cui si concentra il maggior numero di situazioni di abbandoni di rifiuti. Siccome potranno esserci delle modifiche nelle frequenze della raccolta delle varie tipologie di rifiuto, se già non c’è precisione ora, come sarà gestita la situazione allora?

Ebbene, l’assessore, nella sua risposta, ha sottolineato come la raccolta porta a porta abbia portato miglioramenti consistenti nella gestione del ciclo dei rifiuti (noi lo dicevamo da sempre…) e che i disagi sono minimi rispetto a quanto va bene il servizio. Ecco, noi pensiamo che, se certo, in proporzione, i disservizi costituiscono una minima percentuale (ma non ci è stato detto quante sono state le segnalazioni ricevute), l’obiettivo dell’Amministrazione deve essere quello di eliminarla: se il Sindaco non vuol sentir parlare di aderire alla “Strategia Rufiuti Zero”, come noi, invece, auspichiamo, almeno dovrebbe tendere a “Errori di ritiro zero”…

Inoltre, non verrà risolta l’inutile duplicazione delle segnalazioni: per il nostro Comune, è Alia che si deve occupare di ricevere, tramite il call center, le segnalazioni. Il fatto che sia possibile farle anche al nostro Ufficio Ambiente è, come dire, un qualcosa in più.
Ma come si fa a lasciare che Alia si autocontrolli? L’Amministrazione non è l’interlocutore diretto dei propri cittadini sui problemi che possono insorgere nella quotidianità? Come può vigilare sul miglioramento della qualità dei servizi che appalta, se non sa come vengono svolti?

Noi avevamo proposto, sulla scorta di quanto già fatto da altri Comuni virtuosi, di poter creare sull’homepage del sito comunale un filo diretto, attraverso un banner, in cui ciascun cittadino potesse segnalare gli eventuali disservizi, sui rifiuti o su altre situazioni in cui è richiesto un intervento da parte del Comune: tale segnalazione avrebbe un codice di tracciabilità e in questo modo le persone potrebbero vedere chi, negli Uffici competenti, ha preso in carico la richiesta e vedere in quanto tempo ricevono la risposta alla segnalazione.

Questo permettere di avere un quadro chiaro dei controlli sul miglioramento nella qualità del servizio, sia svolto da Alia, da Publiacqua, etc…. Ora, invece, rimane solo la confusione.

Sonia Redini
Consigliere del Gruppo “Per Una Cittadinanza Attiva – Bagno a Ripoli”