Oggi, 21 febbraio in occasione della manifestazione tenutasi per le strade del centro di Firenze contro la troika di Enrico Rossi, esprimiamo il nostro pensiero...

Comunicato stampa del Movimento 5 Stelle del 21 febbraio 2015

Il rapporto OASI (OSSERVATORIO SULLE AZIENDE E SUL SISTEMA SANITARIO ITALIANO, dell'Università Bocconi) afferma che la sostenibilità del sistema sanitario nazionale attuale fa i conti con i tagli derivanti da spending review e legge di stabilità; tagli che saranno 3 e 4 miliardi di euro tra il 2014 e il 2015.
Da oltre 20 anni ci ostiniamo ad adattare il sistema sanitario ai limiti economici. Le politiche di compatibilità economiche possono funzionare fino a quando non mettono in discussione diritti, qualità e necessità dei cittadini.
Oltre questo punto subentra un paradosso: per essere compatibile con l’economia il sistema diventa incompatibile con l’etica, la giustizia e la Costituzione.
Questo sta succedendo in Toscana dove, sotto il grido di "riorganizzazione e razionalizzazione", sono state assunte decisioni che hanno impedito l'accesso alle cure da parte del cittadino.
La riorganizzazione per intensità di cura , peraltro abbandonato dal resto dell'Europa, in Toscana ha significato riduzione del personale ed accorpamento dei reparti, riduzione dei posti che ha portato alla impossibilità di cure adeguate, attese estenuanti nei pronto soccorso quando non si viene rimandati a casa.
Pensiamo alla tassa iniqua sulla digitalizzazione fatta pagare anche a coloro che hanno l'esenzione. 
Il contenimento della spesa e il diritto possono coesistere solo se tra di loro non vi sono contraddizioni, se contemporaneamente si combatte la corruzione e le antieconomicità.
La Regione Toscana si è resa protagonista di vicende anche giudiziarie che lascia delle perplessità 
sul corretto modello di gestione e sull' etica della cosa pubblica. Alcune vicende recenti non fanno
dormire sonni tranquilli a noi cittadini: il buco di 200 milioni della ASL di Massa , il debito di altre ASL e la costruzione dei 4 nuovi ospedali (Lucca, Massa, Prato e Pistoia) costati circa 500 milioni di euro.
L'edilizia sanitaria si sviluppa con il sistema della "finanza di progetto" che tradotto significa che il privato contribuisce con il 25% della spesa, il resto lo mette il servizio pubblico che ne acquisisce
la proprietà dopo 20 anni ; nel frattempo alla modica cifra di 20 milioni di euro l’anno paga i servizi
non sanitari al privato (qualunque sia la resa o l’opportunità di tali servizi).
Per la costruzione del nuovo ospedale di Livorno si era raggiunto il picco: 33 milioni di euro l'anno
per 34 anni, cioè 266 milioni di euro di cui solo 81 investiti dalle società private appaltatrici. Per
fortuna la nuova amministrazione ne ha impedito la realizzazione.
Oggi assistiamo al nuovo show del Governatore Rossi con la sua proposta di accorpamento delle
ASL.
Il fulcro della proposta di riordino della Toscana è l’Area Vasta quale nuovo soggetto di governo e
sede della programmazione strategica regionale.
E’ come se la regione Toscana si articolasse con tre sub-assessorati. L’obiettivo è assicurarsi “l’
omogeneità della metodologia organizzativa”.
DI FATTO LA REGIONE DA ENTE PROGRAMMATORE SI FA ENTE GESTORE.
In pratica il fine del riordino è quello di garantire omogeneità non dei risultati di salute ma
soprattutto dei costi quindi il fine è garantire sostenibilità al sistema attraverso l’uniformità nelle
spese.
Dalla proposta di riordino emerge il piglio autoritario del Governatore che, con una visione
totalitaria del sistema del controllo che toglie a dirigenti , servizi , operatori e cittadini qualsiasi
rapporto di fiducia.
L’area vasta non è più il mezzo che garantisce il diritto alla salute interpretando la specificità dei
territori, le esigenze delle persone ecc, ma diventa l’imposizione di una offerta di sanità sostenibile rispetto alle risorse disponibili, SENZA PERALTRO DIMOSTRARE L'EFFICIENZA
DEL SISTEMA PROPOSTO.
Una programmazione vicino al cittadino ha invece bisogno di decentrare la gestione dei problemi
presso i luoghi delle soluzioni. Più si accentra più si aumenta la distanza fra cittadino / utente / paziente e l'erogatore dei servizi essenziali.
Riteniamo pertanto che la cosiddetta economia sanitaria, modello Rossi,sia incompatibile con i
diritti del cittadino poichè poggia su postulati sbagliati in cui il denaro è la misura di tutto, con
l'obiettivo principale di garantire in modo autoritario il controllo. In tutto questo manca il respiro
umanistico, la ricerca della cosa giusta che è tale solo se rispetta l'etica.

Quirina Cantini , portavoce in consiglio comunale a Bagno a Ripoli 
e Gruppo di Lavoro Sanità
Movimento 5 Stelle