Fonte Fata Morgana

Situata presso le pendici del rigoglioso colle di Fattucchia, sopra la cittadina di Grassina, la Fonte della Fata Morgana, conosciuta anche come Casina delle Fate, fu fatta costruire da Bernardo Vecchietti nella seconda metà del 1500 all’interno del parco di villa Il Riposo, residenza estiva dei Vecchietti e sede di una ricca collezione di opere d’arte.
Opera, secondo più fonti, dell’artista fiammingo Giambologna, rappresenta un esempio unico di architettura da giardino, a metà tra la tipologia del ninfeo e quella del grotto.
Dopo un lungo restauro, l’edificio, con una struttura ad "L", appare in tutta la sua bellezza: tra la campagna incolta e case coloniche, si distingue per l’intonaco a finti mattoni rosa che contrasta con la bianca pietra alberese posta a ornamento di porte e finestre, così da creare un’ancor più magica e suggestiva atmosfera. Sul lato più lungo, sulla destra, da notare l’iscrizione nella nicchia centrale che riporta queste parole:

"Io son quella, o lettor, fata Morgana
che giovin qui ringioveniva altrui
Qui dal Vecchietto, poiché vecchia io fui
ringiovenita colla sua fontana"

MDLXXII

Sull’estrema destra sono riconoscibili diversi tipi di vasche per abbeverare gli animali e un’altra con i bordi inclinati come lavatoio. Entrando nel primo locale, ci troviamo di fronte ad una fontana a forma di nicchia, al cui centro si trovava la statua marmorea della Fata, realizzata forse dal Giambologna e oggi scomparsa. Curioso è il pavimento a mosaico costituito da sassolini bianchi e neri che, sulla soglia, compongono la scritta "Fata Morgana". Al piano superiore diviso in due stanzette, di cui una era adibita a cucina. Durante i restauri, è stato ripristinato il particolare impianto idrico, necessario per depurare, drenare e smaltire l’acqua delle fontane e delle vasche.
L’aspetto misterioso e magico del luogo, nonché la fama di Morgana, dedicataria della fonte e soprattutto seducente maga guaritrice del ciclo di re Artù, ha favorito nei secoli la nascita di antiche leggende attorno al cinquecentesco Ninfeo: si racconta di feste e baccanali nelle notti estive, ma soprattutto di improvvise apparizioni di bellissime e giovani donne, ninfe e fate, che misteriosamente come erano apparse, scomparivano. Anche oggi, inoltre, c’è chi attribuisce virtù ringiovanenti all’acqua della Fonte .