Approvata la delibera per nuovi interventi edilizi a Grassina

"C'è "Privato" e privati... all'ombra di un conflitto di interessi".

All’ultimo Consiglio comunale si è discusso molto di due interventi edilizi che riguardano la frazione di Grassina: precisamente, per l’area dove si tiene da tempo la Rievocazione storica del Venerdì Santo e quella del Molinuzzo, vicino alla scuola “Masi”.
Il modello seguito è pressoché identico: un soggetto privato costruisce o recupera residenze in cambio della cessione gratuita di opere di pubblica utilità.
E fin qui tutto legittimo, dal momento che la legge ed il regolamento urbanistico comunale lo prevedono, a livello di facoltà ed astratta possibilità.
Quello che non è previsto, invece, è che un «progetto privato» venga «fatto proprio dal Comune» nonostante la sonora bocciatura della Soprintendenza, che lo ha ritenuto incompatibile con il paesaggio circostante!
Ed ecco la grande stranezza: mentre il diniego paesaggistico è solitamente la pietra tombale sulle aspettative edificatorie di un qualsiasi cittadino, anche per opere modestissime, in questo caso il Comune se ne è disinteressato completamente ed ha proseguito nell’iter malgrado si trattasse di un progetto di forte impatto.
La giustificazione addotta poggia su di un solo argomento: l’interesse pubblico. Interesse che viene individuato nelle opere che verranno cedute gratuitamente al Comune (un’area a verde pubblico, un’area spettatori per la Rievocazione storica, percorsi pedonali, ecc.).
Sicché, ammantato di tale veste, un progetto nato come «Privato» diventa automaticamente «Pubblico», nel ragionamento del Comune. Ed in funzione di ciò tutto si legittima.
La considerazione più evidente è che se un’opera è davvero di pubblica utilità, dovrebbe essere il Comune a farla direttamente ed in proprio, senza attendere le – ed a prescindere dalle - sollecitazioni edificatorie dei privati.
Ma anche al di là di questo aspetto, qui sono in gioco «due» interessi pubblici e non uno soltanto, al contrario di quanto ritiene il Comune.
La Rievocazione storica è certamente un evento importante ed identitario per Grassina e tutta Bagno a Ripoli, e come tale va tutelato. Non c’è dubbio. Lo stesso dicasi per la fruibilità collettiva dell’area a verde. 
A fianco di questo primo interesse pubblico, però, ve n’è un secondo di uguale dignità, che è quello di preservare il paesaggio circostante, a vantaggio della qualità della vita della comunità locale e delle generazioni future. Tanto più che proprio a Firenze è stata sottoscritta la Convenzione internazionale sulla tutela del paesaggio.
Non esiste in questi casi l’opzione di impatto zero, è vero, ne siamo consapevoli, ma una pubblica amministrazione ha l’obbligo di ricercare - ed il dovere di richiedere - la soluzione progettuale che risulti il più possibile compatibile con il contesto ambientale che ci circonda.
Tanto è stato chiesto dalla Soprintendenza, nell’esercizio dei poteri ad essa attribuiti.
L’area di intervento è infatti vincolata, perché “esempio irripetibile di eccezionale interesse paesistico ambientale, dove la profonda fusione tra natura, architettura e territorio va preservata rispettandone anche le prospettive e le vedute d’insieme”.
Stava al Comune di imporre al «Privato» una soluzione progettuale «condivisa» e di richiedere l’adeguamento alle prescrizioni impartite dalla Soprintendenza (“drastica riduzione delle cubature edilizie e la attenuazione degli impatti visivi”, per la Rievocazione storica, e la richiesta dell’eliminazione del vano interrato e dell’aumento dell’altezza, per il Molinuzzo, considerando che il nucleo originario della colonica risale ad epoca tardo cinquecentesca).
Cosa nient’affatto avvenuta, dal momento che l’Amministrazione è andata avanti per la propria strada senza nulla richiedere al «Privato».
Il messaggio trasmessoci, allora, è che il paesaggio è considerato come residuale, i vincoli un inciampo e la Soprintendenza un orpello.
Perché l’Amministrazione ha forzato la mano, delegittimando il parere della Soprintendenza? Che titolo aveva per far prevalere un interesse pubblico sull’altro?       La risposta è nessun titolo!
Ed ancora: lo stesso trattamento varrà anche per tutti gli altri privati cittadini oppure rimarrà riservato ad un particolare «Privato» soltanto?
Comunque la si voglia pensare, è molto grave la mancanza di rispetto istituzionale con l’Ente che ha il compito di vigilare sul rispetto dei beni paesaggistici!
Il conflitto tra Enti che è insorto non vedrà alcun vincitore ma un sicuro sconfitto: il buon senso.
Noi non possiamo condividere questo modo di agire!
Sonia Redini
Consigliere del Gruppo “Per Una Cittadinanza Attiva – Bagno a Ripoli”